Qualcosa, in qualche momento.

Per tutti quelli che, fermandosi a contemplare il tramonto per quei cinque minuti da quando il sole inizia a toccare l'acqua a quando scompare completamente, sono riusciti, anche solo che per un attimo, a sentire il ribollire del mare all'orizzonte.
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venerdì 29 dicembre 2006

Ma come fanno i marinai

Bene... pare proprio che la Spagna non mi ispiri la scrittura così come credevo, anzi...!
Ma non mi soffermerò sui motivi o i demotivi.. anche perché non è così interessante.
Invece vorrei parlare di questi madrileñi, ora che ho un po’ imparato a conoscerli.

Iniziamo.
Madrid: 3200000 abitanti circa... per i madrileñi è invece una città di circa 8 milioni di persone..Posso capirlo, il traffico che c’è ti induce a pensarlo.. ma in verità è solo un po’ più grande di Roma, con la differenza che la sua provincia ha le dimensioni di una regione e le cittadine che come metastasi si sparpagliano per la meseta sono abitate da un altro paio e mezzo di milioni di abitanti.. in tutto la provincia ha circa cinque milioni e mezzo di abitanti.
Bè, sì.. è comunque una città enorme e dalla grande voglia di crescere ancora. Mi viene in mente quello che sentivo per radio il giorno in cui stavo emigrando.. ormai quasi 2 mesi fa.
Per caso mi ero sintonizzato sulla radio del COPE.. che è la conferenza episcopale spagnola...però nulla a che vedere con Radio Maria eh! Difatti, malgrado il taglio un po’ destroido-conservatoro-clericale, i temi trattati sono piuttosto interessanti.
Quel giorno si parlava delle città. Citavano un non-so-chi di famoso che metaforicamente descriveva le città moderne come dei cancri. Effettivamente per un fantomatico viaggiatore spaziale apparirebbero proprio così: delle zone tumescenti in espansione che divorano il substrato preesistente, sfruttando fino all’esaurimento tutte le risorse vitali che incontrano nel loro cammino..dei cancri!
La Spagna sta avendo il suo boom edilizio, più o meno come quello italiano degli anni 50-60.. direi che è equiparabile in tutto.. tranne che per lo spazio, qui (in Spagna) spazio ce n’è in abbondanza.
Tra questo “tutto” si può annoverare, ad esempio il fatto che non c’è un amministratore pubblico che non sia indagato per corruzione, tangentopoli era uno scherzo in confronto.
Anche i metodi di imbonimento della popolazione ricordano quelli di vari amministratori democristiani d’epoca.. esempio: festa di paese organizzata dal sindaco e da una compagnia di costruzioni, quella che malgrado riserve naturali, zone protette etc etc, vuole costruire su una collinetta nel territorio di un comune di campagna. Nella festa si offre gratis cerveza y morcillas (gnam gnam)... e i costruttori pian piano entrano nei cuori delle persone (e probabilmente i soldi nelle tasche del sindaco): Brava gente!!!

Vabbè.. ma io sono ospite.. vedo tutto questo come folclore locale, invece vorrei parlare di qualcosa di più bello: entrare a Madrid da calle Alcalà.
La mia zona di lavoro è agli antipodi rispetto a dove vivo. Moratalaz, San Blas, Vallecas, le varie Città Pegaso e le fantomatiche periferie del sud est madrileño, racchiuse tra la M30 e la M40 sono quello che percorrono tutti i giorni le ruote (sgonfie) della Saxo che mi hanno dato: Vie con poco senso, soprattutto dalla avenida della Albufera in su.. fino a calle Alcalà. Un reticolato di strade con case che sembrano un copia & incolla spudorato e all’infinito.
La cosa buona è che c’è un bar ogni 2 palazzi..e questo puo’ rallegrare le giornate di molta gente.
Ma tornando all’estetica urbanstica..è tutto molto ripetuto, ma c’è da dire che è altresì tutto molto nuovo e ben tenuto, con vari parchetti per bambini, larghi viali alberati e rotonde ovunque.
La via del ritorno a casa può variare: M30 sud, con la brutta cosa che non c’è più M30 a sud est per i lavori di sotterramento della stessa, in più arrivato al ponte di Segovia puoi scommettere su una coda di almeno mezz’ora per percorrere l’avenida del Portugal.
M30 nord: più lunga e con l’avenida de la Ilusraciòn sempre intasata, ma con una bella vista sui nuovi grattacieli che stanno costruendo sulla Castellana, dove prima c’era la città sportiva del Real.
M40, nord o sud... circa 40 km per arrivare a casa.. e con code infinite a sud, all’altezza della N4 x l’Andalusia ed a nord con l’innesto della N6 x A Coruña.
Poi ci sono tutti i mix: un pezzo dell’una ed un pezzo dell’altra.. o le deviazioni M45 o simili..
Però l’unica che ti lascia un po’ di poesia arrivando a casa è la vecchia strada che portava dal centro di Madrid ad Alcalà de Henares, Calle Alcalà, appunto.
A dire il vero, non so di preciso perché sono così contento quando il traffico mi lascia andare oltre la Plaza de toros de Las Ventas, senza dover andare giù alla M30, o peggio tornare in dietro fino alla M40.
Questa sera erano le 18, più o meno e il sole illuminava ancora un po’ il cielo davanti a me. Il pezzo di salita che segue la spianata de las Ventas e che sfocia nella piazza del Marquès Becerra, era quasi senza macchine.
Mi ero lasciato alle spalle già tutto il primo pezzo di calle Alcalà, quello che non aggiunge nulla alle varie Fonte Carrantona o Avenida de Arcentales.. una via qualunque, anche se da qualcosa puoi scorgere il fatto che quella ti deve portare in centro, come il susseguirsi di fermate della metro in tutto il percorso.
Bene, già dopo la M30 diventa una bella stradina, i palazzi si raffinano e il marmo, o travertino, inizia ad essere uno degli elementi presi in considerazione dai costruttori. Si arriva fino al Nuovo teatro Alcalà, e si continua fino alla Porta di Alcalà, da dove le luminarie di Natale ti fanno scivolare alla piazza della Cibele con i suoi giochi d’acqua.
E qui sei nel pieno centro, Il metropolis davanti e il vecchio palazzo delle poste alle tue spalle e con una alla destra il Paseo de la Castellana e alla sinistra quello del Prado.
Ho avuto un momento in quel punto, qualche giorno fa, che ho pensato che Madrid fosse la città più bella del mondo(..ma poi mi è passato!)
Da li puoi andare dritto e segui Alcalà fino alla Calle Mayor, oppure devii nella Gran Via, che è quella che devo percorrere per tornare a casa.. e passi la zona dei vecchi cinema dei primi del 900 e dei negozi... dei turisti, con i palazzi altissimi e marmorei (o travertinei, piú facile!)
Alla fine si arriva in piazza di Spagna col monumento a Don Chisciotte e l’inizio del tunnel che porta alla N5-Badajoz.. in 5 minuti a casa, uscita El Batan y ya estamos!

Bene, un post così, tanto per scrivere qualcosa, con un titolo senza senso, ma che finisce con un augurio di buon anno.. a tutti i miei simpaticissimi lettori.


Luca