Per tutti quelli che, fermandosi a contemplare il tramonto per quei cinque minuti da quando il sole inizia a toccare l'acqua a quando scompare completamente, sono riusciti, anche solo che per un attimo, a sentire il ribollire del mare all'orizzonte.
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giovedì 6 settembre 2012

El Camino de Santiago Parte Decima

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El Camino de Santiago Parte Decima
 
  Santiago de Compostela


Santiago de Compostela
Il 21/06/2010 ci svegliamo relativamente presto per i canoni dei vacanzieri, ma tardi per le ore cui ero (eravamo) abituato(i). Non riesco bene a quantificarlo ma attorno alle 8/8,30. Andiamo a cercare il luogo dove farci suggellare con la Compostela. Lasciamo gli zaini in un guardaroba cittadino ed iniziamo la coda  (io e Mario) in su per gli scaloni dell'Ufficio Episcopale. Dopo un quartino d'ora siamo dentro, io mi prendo la mia bella Compostela, Mario solamente il diploma perché dice di aver fatto il pellegrinaggio solo per accompagnarmi e di non aver avuto nessun motivo spirituale. Io sì, ma senza specificare di che spirito si parlasse.
 
Sepolcro di Santiago
Usciamo, compriamo qualche souvenir e ci dirigiamo alla cattedrale per “l'abbraccio al Santo”. Entriamo dalla Porta Santa e facciamo un percorsetto  che ci porta al busto aureo del buon Matamoros, che domina il "retablo" dell'altare maggiore. Gli do due pacche sulle spalle e proseguiamo il percorso che ci conduce al di sotto del busto dove sono conservate le presunte spoglie del Santo Pellegrino in un'arca aurea. Tutto attorno è oro. 2000 anni fa non si era detto che la povertà era una ricchezza... O sbaglio? 
Usciamo ed è l'ora di andare a prendere le cose all'albergo e metterle in macchina (sono le 12) io rientro in chiesa per vedere la messa in mio onore (e nell'onore delle altre centinaia di pellegrini presenti). Gli altri vanno all'albergo, non riescono ad entrare perché la chiesa è overbooked. Sulle scalinate dell'entrata laterale c'è una fiumana di gente enorme che aspetta di poter entrare. Sarà a causa dell'anno del giubileo di Santiago, ma sembra davvero una giornata speciale, malgrado sia un lunedì.

Alla fine della messa c'è lo spettacolo del Botafumerio, ovvero un incensiere enorme che da secoli viene agitato sopra le teste dei pellegrini. In passato serviva per sovrastare l'odore che gli stessi pellegrini lasciavano nella cattedrale durante la notte, dopo milioni di passi con le stesse scarpe. Anni fa, infatti, si poteva passare l'ultima notte di pellegrinaggio nella Cattedrale. Ora non è più possibile, ma la tradizione del Botafumeiro è rimasta per animare la parte finale della messa ed ormai è uno dei simboli della cattedrale.  
Botafumeiro
Faccio foto e video, anche se alcuni fraticelli cercano di impedirmelo. Aspetto i miei vari parenti all'uscita, nella piazza dell'Obradoiro. Dopo un po' appaiono Mario ed Elena. Mario entra in chiesa. Noi aspettiamo perché abbiamo ripreso gli zaini e non è permesso entrare con bagagli. Quando esce cerchiamo di entrare noi. Non ci fanno passare dalla porta principale ed inizia ad essermi (maggiormente) antipatica la classe clericale spagnola, in particolare ed, in generale, tutta.
Entriamo dalla porta secondaria e facciamo un giretto assieme all'intero. Una volta usciti raggiungiamo gli altri due ed andiamo a smontare le biciclette per caricarle in macchina. Mangiamo ad un paio di palazzi di distanza dall'albergo ed altrettanto dal ristorante di ieri. Si mangia… normale. Né bene, né male.
La Cattedrale
Ultimo saluto a Santiago e partiamo per Madrid, direi attorno alle 4 del pomeriggio.
La prima parte del viaggio dormo. Quando mi sveglio siamo quasi in Castiglia, il paesaggio lo preannuncia facendosi sempre più secco. Il carattere dei paesi inizia a perdere quella spennellata nordica ed oceanica che avevo incontrato avvicinandomi alla Galizia dal nord.
Sembra che a sud sia la Castiglia ad addentrarsi nelle valli della Galizia o forse è solo una questione di punti di vista.
L'idea del Cammino, dell'insonne libertà della pedalata (mah!) va un po' scemando e prende già posto nella nebulosa aurea dei ricordi.
Il mio pensiero va ancora una volta a Saint Jean Pied de Port. All’inizio di tutto. Mi rifaccio la domanda che per giorni ha vagato tra i miei pensieri senza mai essere risolta fino in fondo: perché, sono venuto qui?
Mentre le praterie rinsecchite segnano l’inesorabile allontanamento dal luogo che ha animato i miei ultimi mesi di vita, la risposta volteggia nell’aria a cerchi sempre più chiusi e vicini, ed è accompagnata dalla forte sensazione di aver fatto questo viaggio per averne ascoltato il richiamo, magari non così trascendente da motivare una Compostela all’onor religioso,  ma neanche totalmente profano e che nel suo echeggiare va ad intrecciarsi in un paradosso ricorsivo rispetto alla domanda iniziale, “perché ho fatto il cammino?” la risposta è “perché sono stato chiamato qui per farmi delle domande, tra le quali questa".
Certo… e le risposte sono arrivate?
Qualcuna sì, ma le domande non credo abbiano sempre bisogno di una risposta immediata. Credo che quello che ho vissuto in questi giorni coverà come braci nella mia vita futura per ravvivarsi
nel momento giusto, quando qualche venticello passerà a disturbare il loro letargo. O così è come mi piace vederla.
Machado scriveva: “Caminante, no hay camino. Se hace camino al andar”, ossia, parafrasando: non c’è un motivo per quello che fai, il motivo lo trovi facendolo.

Verso Madrid
Proseguiamo ancora un po’, fino a quando il richiamo è quello dello stomaco. Ci fermiamo in un “autogrill” x vedere la partita della Spagna contro l'Honduras e “picar algo”: chorizo, morcilla, queso en aceite, altro tipo di chorizo e di nuovo morcilla. E' il primo giorno d'estate ed io bevo la mia prima birra dopo quasi un anno, momento storico!
Intervallo della partita, ci rimettiamo in macchina. Il II tempo lo guardiamo in un altro baretto. Prendo un caffe-e-latte con una “magdalena”
Attorno alle 23 arriviamo a Pozuelo (Madrid) e finisce definitivamente l'epopea del pellegrino. Anche se quella dei 10 giorni a venire (le ultime righe le sto rimaneggiando il 03/07/10 da Pontedecimo) sarà una simpatica permanenza tra Madrid e Navapark (Avila) con giretti in bici, nuotate, mangiate, bevute, terme, passeggiate e partite a chinchon (tutte perse!).
Per dovere di cronaca, Mario partì il 22 con un aereo per Pisa. Lo accompagnammo all’aeroporto Elena, Jesus ed io e ci salutò con movenze un po’ rigide.

Buen camino a todos! 


Bicicletta pellegrina

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2 Comments:

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